L’esame ecografico
Che cos'è l'esame ecografico
L’ecografia è un esame di diagnostica strumentale che non utilizza radiazioni ionizzanti ed il cui
funzionamento è basato sull’utilizzo di trasduttori (sonde) in grado di emettere e ricevere onde ultrasonore
e di un apparecchio (ecografo) dotato di un software che consente la ricostruzione di immagini di valore
diagnostico sfruttando la differente riflessione degli ultrasuoni a livello dei tessuti e degli organi
(sani o patologici) esplorati dal medico ecografista.
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Vantaggi e limiti
L’esame ecografico consente lo studio di molti degli organi e apparati del corpo umano e una rapida acquisizione di informazioni diagnostiche mediante una valutazione dinamica, in tempo reale e spesso ad elevatissima risoluzione, costituendo un potente strumento in
mano al clinico e in grado di amplificarne le potenzialità diagnostiche.
La qualità dell'esame ecografico può essere influenzata negativamente, da alcuni fattori, tra i quali:
- l'habitus non favorevole del paziente con presenza di una "finestra acustica" non ottimale e riduzione
della qualità delle immagini ecografiche (come può accadere talora nei casi di obesità grave o di estese
cicatrici chirurgiche)
- la presenza di eccessivo meteorismo (su cui è possibile tuttavia intervenire con un'adeguata
preparazione antimeteorica)
- l'inosservanza del digiuno
Occorre inoltre evidenziare che l’ecografia è una metodica di indagine
strettamente
operatore-dipendente il cui valore diagnostico è fortemente influenzato dalle capacità tecniche e
dalla cultura ed esperienza clinica del medico ecografista nonché dalla qualità della strumentazione
utilizzata.
Indicazioni
L’ecografia è spesso utilizzata come valutazione strumentale iniziale nel paziente con sintomi prima di
ricorrere eventualmente a tecniche di indagine più complesse (tomografia computerizzata, risonanza magnetica nucleare ecc), meno tollerate e con potenziali effetti collaterali e controindicazioni . Può inoltre essere richiesta anche nel paziente asintomatico come esame preventivo o per una migliore
valutazione dello stato di salute dell'organismo.
Le indicazioni all’esame ecografico sono tuttavia innumerevoli e non è raro che lo stesso venga richiesto
anche in seguito ad accertamenti di secondo livello quali la tomografia computerizzata o la risonanza
magnetica nucleare il cui esito sia risultato non dirimente.
La valutazione ecografica, fornisce infatti in molti casi spesso un valore aggiunto al processo diagnostico e, lungi dall’entrare in contrapposizione con le altre metodiche di indagine, risulta ad esse
complementare.
L’utilizzo della valutazione Doppler e/o di mezzo di contrasto ecografico (Sonovue) consente inoltre di
incrementare ulteriormente il potere diagnostico dell’ecografia.
Trattandosi di un esame ripetibile senza alcun rischio o danno per il paziente esso è
particolarmente utile per il monitoraggio di condizioni patologiche note o sospette nonchè per la
sorveglianza dei pazienti a rischio di sviluppare patologie oncologiche (ad esempio per motivi di
familiarità o in relazione a determinate condizioni morbose croniche).
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Esistono controindicazioni?
L’ecografia è un esame di imaging non invasivo e basato sull’utilizzo di ultrasuoni il cui utilizzo non
presenta controindicazioni.
Può infatti essere eseguito a qualsiasi età, in gravidanza e indipendentemente dalla presenza di malattie
croniche o disfunzioni d’organo anche di entità severa.
L’esame può essere ripetuto senza alcun rischio per il paziente ogni volta che se ne ravveda la necessità
clinica.
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Cosa è possibile “vedere” con un’ecografia?
L’ecografia consente la valutazione di quasi tutti gli organi ed apparati del corpo umano con applicazioni
trasversali sostanzialmente in tutte le specialità mediche.
L’utilizzo di diversi tipi di sonde (con emissione di onde ultrasonore di diversa frequenza) e
configurazioni permette un’accurata valutazione sia degli organi profondi come quelli presente nell’addome
(fegato, pancreas, reni, vasi addominali, milza, linfonodi, vescica, utero e ovaie, prostata) che
superficiali (tiroide, paratiroidi, ghiandole salivari, linfonodi, cute e tessuti molli, tendini, muscoli,
nervi, articolazioni).
Oggigiorno l’ecografia permette inoltre, purchè eseguita da operatori dotati della necessaria esperienza,
non solo lo studio di organi e tessuti solidi ma anche una preziosa valutazione di distretti un tempo
ritenuti non valutabili con ultrasuoni come l’intestino (“Ecografia con studio delle anse
intestinali”) o il polmone ( "Ecografia polmonare").
Il potere diagnostico dell’ecografia è strettamente legato alla capacità dell’operatore di riconoscere e
discernere, sulla base della propria esperienza e cultura clinica, la normale rappresentazione ecografica
degli organi ed apparati in studio dalle loro varianti patologiche.
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Quale preparazione è necessaria?
Per l’esecuzione dell’ecografia dell’addome è richiesto un digiuno di almeno 6 ore che consente di
ottimizzare significativamente la qualità dell’esame.
Per l'ecografia con studio delle anse intestinali
è preferibile un digiuno di almeno 8 ore.
Nel caso di soggetti particolarmente meteorici può inoltre essere utile l’assunzione di antimeteorici
(carbone vegetale o simeticone) nei due giorni precedente l’esame.
Quando è necessario studiare anche la
vescica è importante che la stessa sia sufficientemente repleta al momento dell’esame, si consiglia pertanto
di bere circa 500 ml di acqua un'ora prima di sottoporsi all'esame.
La valutazione ecografica di altri distretti corporei non richiede accorgimenti particolari.
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Svolgimento, durata e conclusioni dell'esame
Il paziente verrà invitato a posizionarsi sul lettino nella posizione più idonea alla valutazione ecografica
da effettuare.
Il medico ecografista eseguirà l’esame utilizzando delle sonde o trasduttori con forma e caratteristiche
tecniche variabili e scelte sulla base del distretto da valutare.
Tali sonde saranno appoggiate sulla pelle del paziente con l’ausilio di un sottile strato di gel per
ultrasuoni necessario per ottimizzare la trasmissione delle onde ultrasonore eliminando in tal modo l’aria
tra la superficie della sonda e la cute e consentendo così l'acquisizione delle immagini
ecografiche necessarie ad ottenere informazioni diagnostiche sugli organi e i tessuti in studio.
L’ecografia dell’addome viene eseguita con il paziente a digiuno da almeno 6 ore e in posizione supina.
Durante l’esame, per una migliore visualizzazione degli organi contenuti nella cavità addominale, sono
talora richiesti dei cambi di
decubito (posizione sul fianco destro o sinistro) o il mantenimento di una breve apnea inspiratoria (che
consente ad esempio, grazie all’abbassamento del diaframma, una più completa visualizzazione del parenchima
epatico). Viene generalmente utilizzata una sonda di tipo Convex con emissione di onde ultrasonore di
frequenza relativamente bassa e ideale per lo studio degli organi profondi tuttavia in alcuni casi può
essere talora utile il ricorso anche a sonde con maggiori frequenze (Microconvex o Lineari) ottenendo una
migliore risoluzione per la valutazione mirata di alcuni parenchimi o di alterazioni focali.
L'esame ecografico del collo, delle ghiandole salivari, della tiroide e delle paratiroidi viene eseguito con
il paziente in posizione supina con il collo leggermente esteso.
Per lo studio dei linfonodi del collo e della tiroide è inoltre necessario rimuovere eventuali collane prima
dell’esame ed è consigliabile utilizzare degli indumenti con collo non troppo stretto.
Si utilizzano sonde di tipo Lineare ad elevata frequenza ed ideali per visualizzare con la massima
risoluzione le strutture superficiali.
L'ecografia polmonare viene eseguita con il paziente sia in posizione supina sia in posizione seduta al fine
di poter studiare al meglio sia i campi polmonari anteriori che posteriori mediante l'utilizzo di sonde con
frequenza variabile anche in relazione alle caratteristiche individuali del paziente.
La valutazione ecografica delle
strutture muscolo-tendinee e articolari, della cute e del sottocute e dei
tessuti molli viene eseguita, salvo rare eccezioni, con l'utilizzo di sonde ad elevata frequenza che
consentono di ottenere immagini diagnostiche ad alta risoluzione.
La
durata della valutazione ecografica è variabile in relazione al distretto da esaminare e
alla
complessità dello specifico caso da valutare e non è pertanto possibile fornire dei tempi precisi
(ragionevolmente si può stimare mediamente un tempo compreso tra i 20 e i 40 minuti). Il
medico ecografista dedicherà al paziente tutto il tempo necessario ad ottenere le migliori informazioni
diagnostiche possibili.
Al termine dell'esame sarà redatto e consegnato al paziente un
referto descrittivo e contenente tutte le
informazioni acquisite dal medico ecografista durante lo svolgimento dell'esame, comprensivo di iconografia,
delle conclusioni diagnostiche e di eventuali ulteriori indicazioni diagnostico terapeutiche.
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